Concorsopoli Esercito a Napoli, un mutuo per assicurarsi il posto

Piange al telefono, mentre si confida con un amico, piange ripensando alla bocciatura al concorso per allievo maresciallo dei carabinieri: «Un anno perso – dice all’amico -, un anno perso e ho dovuto anche accendere un finanziamento da 25mila euro». A sfogarsi al telefono è un ragazzo di Sorrento – si chiama Alfonso B. – che viene intercettato nell’ambito dell’inchiesta sulla presunta concorsopoli nell’Esercito e nelle altre forze armate su cui indaga la Procura di Napoli. Dice di trovarsi in una brutta situazione, con «il concorso perso e il finanziamento di 25mila euro avviato». A cosa servivano quei soldi? Perché accendere un mutuo?

È uno dei capitoli della informativa della Finanza depositata in questi giorni dinanzi al Tribunale del Riesame, dove si discute l’istanza di dissequestro di alcuni ufficiali raggiunti giorni fa da decreti di perquisizione e sequestro. Inchiesta allo snodo, riflettori puntati su alcune scuole di formazione per i concorsi banditi per la ferma nell’esercito o nei ranghi delle altre forze dell’ordine. Inchiesta coordinata dal pool mani pulite dell’aggiunto Alfonso D’Avino e dal pm Stefania Buda, sono decine le intercettazioni frutto del lavoro della Tributaria agli ordini del comandante Giovanni Salerno.

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