“Io, carabiniere infiltrato tra narcos e confidenti”

Milano, 2 giugno 2017 – «Ciao Sam, tutto bene?». Lo chiamano tutti così quando lo incrociano in via Moscova o chissà dove. Qualche mese fa, il maresciallo Antonio Caretti è andato a comandare la stazione di Senago, in Brianza. Gli abiti da civile li ha riposti in un armadio, ora indossa con orgoglio l’uniforme d’ordinanza e si occupa di quelle piccole grandi incombenze da caserma di periferia.

Eppure per i colleghi, specie i più giovani, quell’uomo con i capelli impomatati, gli occhi vispi e la battuta sempre pronta resta soltanto Sam. Uno da ammirare. Uno del Road, il Reparto operativo antidroga.

Militari d’élite che negli anni Novanta si infiltrivano nelle organizzazioni criminali specializzate in traffico di stupefacenti dal Sudamerica. Lui è stato un undercover: servizi sotto copertura, contatti con i narcos colombiani o loro emissari in Italia agevolati dal confidente di turno, operazioni delicate e ad alto rischio.

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