Assolto Luogotenente della Marina accusato di truffa militare e simulazione di infermità

Nella sentenza che vi proponiamo oggi, emergono forti criticità sulla corretta gestione del personale in convalescenza da parte delle amministrazioni militari. L’amministrazione, malgrado una comprovata ed inopinabile certificazione, ha tentato un improbabile rivalsa economica, soccombendo invece alle spese di giudizio. 

La vittima è un luogotenente della Marina Militare affetto da  “lombalgia acuta”. Il militare malgrado la patologia lamentata, durante la convalescenza era stato visto allenarsi in palestra oltre che a prendere parte in una recita il cui ruolo lo obbligava a saltare alcune staccionate.

Il militare è stato ccusato di simulazione di infermità e truffa militare continuate e pluriaggravate, poiché dopo essere stato pedinato e sorpreso a compiere esercizi fisici non compatibili con la patologia lamentata, secondo la procura avrebbe dovuto recarsi sul posto di lavoro. La Corte dei Conti però, esaminati gli atti, lo ha assolto.

L’indagine fu disposta dal Sostituto Procuratore Militare della Repubblica presso il Tribunale Militare di Roma che trasmise alla Procura Regionale una comunicazione in merito all’intervenuto esercizio dell’azione penale nei confronti del 1° Maresciallo Luogotenente M.M. B. A. – in servizio presso la Scuola Sottufficiali de La Maddalena – per i reati di simulazione di infermità e truffa militare continuate e pluriaggravate



La comunicazione di reato evidenziava in particolare che il militare, allo scopo di sottrarsi al servizio per quasi un anno, avrebbe simulato un’infermità (lombosciatalgia acuta) presentando plurimi
certificati medici . Dopo un indagine dei carabinieri, emergeva che nello stesso periodo temporale in cui il militare beneficiava dell’assenza giustificata per malattia,svolgeva con sistematicità allenamenti sportivi intensi e attività fisiche comportanti sforzi.

Secondo l’ accusa, il militare avrebbe conseguentemente indotto in errore l’apparato sanitario e burocratico del reparto militare di appartenenza beneficiando indebitamente del trattamento stipendiale durante la malattia.

Nel corso del 2015 infatti, il militare venne visitato più volte presso il Servizio Sanitario del Reparto militare di appartenenza e, sulla base del quadro sanitario emergente dagli accertamenti clinici, venne più volte ritenuto temporaneamente non idoneo a svolgere le attività d’ufficio.



Nondimeno i sanitari ritennero necessario svolgere accertamenti medico legali più approfonditi in merito alle patologie lamentate , sottoponendo il militare per quattro volte alla visita collegiale della Commissione Medica Ospedaliera presso il Dipartimento Militare di Medicina Legale di Cagliari.

L’amministrazione militare, tenuto conto del lungo periodo di assenza dal servizio  residuò dubbi e perplessità sulla rilevanza del quadro sanitario, e chiese al Comando Carabinieri per la Marina Militare de La Maddalena, l’avvio di accertamenti sulla effettiva corrispondenza tra quanto costantemente dichiarato in merito alle proprie condizioni di salute e la realtà.

L’Arma dei Carabinieri svolse gli accertamenti demandati riferendo che il militare , nel corso del 2015 ” si muoveva liberamente nel comune di residenza senza tralasciare escursioni al mare, si  recava in palestra dedicandosi anche alla pratica dello sport nella disciplina dello “JUDO” con allenamenti giornalieri e gare a cadenza settimanale e mensile ed inoltre aveva preso parte alla recita di un gruppo teatrale parrocchiale in presenza di un folto pubblico. Nella parte che recitava doveva saltare alcune staccionate.

La procura dispose ulteriori attività investigative, nel corso delle quali furono sentiti il Responsabile della Società Sportiva ASD JUDO Club e la Sig.ra che coordinava il Gruppo Teatrale Oratorio di Moneta – La Maddalena.




Il primo dichiarò che il militare, nel periodo temporale nel quale risultava assente per malattia, frequentava in modo continuo la palestra (mediamente tre giorni a settimana) e, seppure non a livello agonistico, vestiva il Kimono con cintura marrone e saliva sul tappeto per i combattimenti.

La seconda confermò che aveva partecipato alle prove e allo spettacolo teatrale interpretando la parte di un Bramino indiano, che comportava movimenti e salti di staccionata sull’altare centrale dove si svolgeva la rappresentazione.  

Gli inquirenti chiesero lumi anche al dottore curante del militare che definì incompatibili le attività svolte con la patologia sofferta e che lui gliele aveva assolutamente vietate. La Procura Militare a conclusione delle indagini esercitò quindi l’azione penale per i reati di simulazione di infermità e truffa militare continuate e pluriaggravate.

Nel 2018, la Procura Regionale, contestò al maresciallo un danno erariale pari ad euro 37.321,82. Il militare , assistito dall’Avv. Paola Pala del Foro di Sassari – depositò una memoria, tramite la quale il Giudice dell’Udienza Preliminare del Tribunale Militare di Roma dispose – a fronte della richiesta di rinvio a giudizio del militare per i reati di simulazione di infermità e truffa militare continuate e pluriaggravate – il non luogo a procedere per insussistenza del reato ascritto, poiché la documentazione probatoria circa la malattia sofferta, era stata giudicata inopinabile.

Dai documenti probatori prodotti dal Luogotenente , emergeva che il militare effettivamente soffriva di una lombosciatalgia, e il parallelo svolgimento di attività sportive e teatrali,  potevano essere comunque ritenute “non assolutamente incompatibili con la patologia diagnosticata quanto meno nei periodi in cui la malattia non era in fase acuta” ed eventualmente riconducibili soltanto all’imprudenza del militare.

Secondo la Procura militare tuttavia il maresciallo ha svolto costantemente attività sportive del tutto incompatibili con la malattia diagnosticata ed è da ritenere dimostrato, pertanto, che come poteva svolgere tali attività, così poteva recarsi al lavoro. Una lombosciatalgia acuta equivale ad uno stato invalidante, quindi avrebbe dovuto comportare l’impossibilità di svolgere attività più faticose rispetto alla prestazione di servizio (addetto all’ufficio supporto navale) e, parallelamente, l’adozione di tutte le misure necessarie a ristabilirsi in tempi rapidi e riprendere l’attività lavorativa. 

Di conseguenza , secondo la procura, il militare ha coscientemente violato gli obblighi di servizio causando un danno al patrimonio del Ministero della Difesa, quantificato in complessivi 37.321,82 euro.

Stralcio di sentenza della Corte dei Conti

Nella memoria – sostengono i giudici – si fa presente che la sentenza n. 34 il G.U.P. del Tribunale Militare di Roma ha dichiarato il non luogo a procedere nei confronti del militare in ordine ai reati ascritti perché il fatto non sussiste. Detta sentenza, sconfessa la tesi accusatoria della Procura militare circa la simulazione e afferma, per contro, la mancanza di dubbi in ordine alla patologia del convenuto e alla conseguente inidoneità al servizio, rimarcando l’esclusione di incompatibilità tra la stessa e lo svolgimento delle attività contestate.

Per tutto il periodo della durata della malattia il convenuto ha effettuato indagini sempre più approfondite, al cui esito è stato reiteratamente ritenuto non idoneo al servizio, sulla base di valutazioni tecniche e valutative che non possono essere poste in alcun dubbio.

L’affermazione contenuta nella citazione secondo la quale il militare avrebbe svolto attività sportiva, contrasta con quanto dichiarato dal responsabile della palestra, che ha ben precisato che il convenuto praticava solo ginnastica normale e correttiva.

Le dichiarazioni rese dalla Sig.ra V. Manuela in relazione alla partecipazione del convenuto alla rappresentazione teatrale non  non esclude la compatibilità con lo stato di malattia.

La richiesta della Procura – secondo  i giudici – non trova adeguato supporto nella documentazione in atti. Durante il periodo in contestazione, infatti, il militare è stato ripetutamente e costantemente sottoposto a visita da parte di strutture pubbliche (CMO di Cagliari e Servizio Sanitario della Scuola Sottufficiali M.M. La Maddalena) che lo hanno ritenuto  temporaneamente non idoneo al servizio per la lombosciatalgia.

Alla luce della documentazione sopra richiamata, non può porsi in dubbio la presenza della patologia dichiarata, né la inidoneità al servizio del militare come riconosciuta dai certificati nel periodo in contestazione.

Analogamente priva di elementi di prova è l’imprudenza dolosa del maresciallo , considerato che sono agli atti certificati del Servizio Ambulatoriale Ospedaliero di Medicina Fisica e Riabilitativa della ASL n. 2 di Olbia del 2015 e dello specialista neurochirurgo Dott. Tresoldi del  settembre 2015 che consigliano attività motoria, quale rinforzo degli addominali e dei glutei e stretching lombare (es. panca ad inversione).

PER QUESTI MOTIVI
La corte dei Conti assolve il maresciallo dalla domanda attrice; liquida gli onorari difensivi in favore del convenuto assolto e a carico dell’Amministrazione di appartenenza nella misura di euro 2.100,00.
Nulla per le spese di giudizio.


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